Il turismo da discendenti italiani che tornano in Puglia ha un potenziale nei prossimi anni di 200 milioni di euro in più.
Tornare nel paese dei propri genitori o dei propri nonni, riscoprendo le tradizioni della propria famiglia, è una ragione che porta ogni anno migliaia di viaggiatori stranieri di origine italiana a visitare il nostro Paese, alla ricerca delle proprie radici e della propria storia. Questo “turismo delle radici” è un fenomeno importante per l’intero comparto turistico pugliese e coinvolge una massa importante di viaggiatori che finora è stata trascurata, in quanto confusa con il turismo generico; inoltre dal punto di vista economico produce numeri che sono molto incoraggianti.
Venerdì 14 Aprile, presso la sede ANCI Puglia, luogo di raccolta dei sindaci dei comuni di tutta la regione, sono stati presentati i risultati di uno studio interessante sul tema del “turismo delle radici” condotto da PlacenPeople, tour operator che riunisce in Puglia una community di molte centinaia di organizzatori e operatori turistici; lo studio individua alcune criticità presenti nel mercato, e spiega alcune soluzioni che hanno permesso di indirizzare tali problematiche per rendere più accessibile il viaggio per chi cerca le proprie radici. “Già attualmente – spiega Dario Pacini, fondatore di PlacenPeople – in Puglia vengono ogni anno molti più ospiti di origine italiana di ciò che si pensi. Abbiamo calcolato che quasi 1 viaggiatore su 10 nella nostra regione viene dall’estero ma ha antenati italiani”. Ed è possibile mirare a cifre ancora superiori: lo studio stima in circa 100mila persone la quota di turisti ulteriori che si aggiungerebbero ai circa 4 milioni in ingresso nella regione annualmente, “a patto però – prosegue – di risolvere quelli che sono i principali ostacoli specifici al flusso di coloro che vogliono riscoprire le loro origini in Puglia: difficoltà burocratiche, problemi organizzativi, mancanza di una comunicazione mirata e soprattutto remore legate al costo del viaggio; per approcciare tali tematiche con successo occorre avere le giuste competenze, ed una stretta sinergia fra pubblico e privato”.
Il turismo delle radici è un fenomeno in crescita attualmente, e già ci si prepara al 2024 che sarà l’anno delle radici Italiane nel mondo. Tale tipo di turismo porta in regione un valore economico mediamente più alto rispetto al turismo generico (che in Puglia è in buona parte balneare), in quanto aiuta a valorizzare i borghi interni: il viaggiatore delle radici non passa tutta la giornata in spiaggia, ma desidera rivedere la casa dove ha vissuto la nonna, osservare l’artigiano che lavora come un tempo faceva suo nonno, provare esperienze, cibi, e tradizioni locali. E ciò fa bene all’economia: “i numeri dal punto di vista economico ci sono – prosegue Pacini – e l’esperienza sul campo della nostra rete di più di 500 operatori turistici mostra chiaramente che un turismo ben gestito produce un gettito economico che va a vantaggio dell’intero territorio”; e mostra le proiezioni calcolate da PlacenPeople: circa 200 milioni di euro le entrate aggiuntive che si potrebbero produrre sia attraverso il miglioramento dei servizi offerti al pubblico esistente, sia con l’incremento dovuto ai nuovi viaggiatori. “Si tratta di entrate dirette, che a loro volta genererebbero un PIL molte volte superiore, in quanto ogni nuovo euro in circolazione passa di mano in mano e viene speso più volte: si chiama effetto moltiplicatore del denaro. Possiamo produrre così ricchezza per i cittadini pugliesi”. E scusate se è poco.